La vergogna è un sentimento laico, oggi. Vergogna per il fatto che una minoranza laicista ignorante, intollerante, violenta è riuscita a togliere il diritto di parola a un filosofo e teologo accolto a braccia aperte nelle principali università di tutto il mondo, prima e dopo la sua elezione a Papa. Vergogna per il fatto che una grande Università europea, fondata da Bonifacio VIII nel quattordicesimo secolo, è stata degradata ulteriormente e addirittura abbassata sotto l’infimo rango che purtroppo è suo da molti anni, quello di epicentro dell’insolenza intellettuale, dell’idiosincrasia epidermica verso il confronto delle idee e delle culture, di una corsa irrazionalistica verso il vuoto nichilista nella forma della beceraggine, del dileggio, del linciaggio in effigie travestito da goliardismo e da anticlericalismo.
L’Università di Roma “La Sapienza” è la stessa da cui fuggì il filosofo Lucio Colletti, la stessa in cui fu intimidito lo storico Renzo De Felice, la stessa in cui si è costruita la cattedra collettiva dei peggiori maestri della cultura italiana, in testa il grottesco palindromo che tutti sanno e che per discrezione è meglio non nominare, insieme con l’asineria e la marginalità sociale di generazioni di studenti messi nelle condizioni di non apprendere un briciolo di verità razionale e umanistica e di disimparare sistematicamente quello che le generazioni precedenti di docenti e discenti avevano amorevolmente coltivato nelle sinuose vie di una storia secolare. Tutto questo in odio a un uomo mite, colto, sensibile, il professor Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, il cui pensiero è regolarmente travisato, per stupidità ideologica, da coloro che pretenderebbero per sé la palma del libero pensiero.
A questa vergogna incancellabile, alla quale come sempre hanno cooperato le vecchie barbe del laicismo di convenienza e d’abitudine annidate nel cuore dell’editoria e della cultura italiane, cercheremo di porre un piccolo argine culturale e civile questa sera, riunendoci in condizioni di emergenza per una serata di conversazione laica sulla libertà di parola così banalmente e violentemente tradita dai soliti chierici che sono la vergogna dell’Europa dagli anni Trenta ad oggi, senza apprezzabili variazioni di stile e di tono.
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