Con un giorno di anticipo rispetto a quello del suo compleanno che anche quest'anno cade nella festività dei lavoratori, la redazione de "i Cialtroni" augura al fedelissimo seguitore, nonchè caro amico e compagno di viaggio, nonchè a detta di uno che la sa lunga "talento", nonchè lettore ufficiale di Santa Romana Chiesa in die solemnitatis 5 Setembre 2009 di Isaia 43, Tommaso, un felice e sereno compleanno.
Libiamo ne' lieti calici che la bellezza infiora e la fuggevol ora s'inebriì a voluttà.
Nelle foto tratte dal blog del festeggiato, l'Invernici pargolo e uomo finalmente maturo.
Wednesday, April 30, 2008
Friday, April 25, 2008
Dalla vita di Georg Friedrich Handel
[...] Probabilmente fu proprio in uno di questi momenti di disperazione e di sconforto (guarito da apoplessia e paresi, principio di cecità, debiti) che venne ideato il Messiah, eseguito per la prima volta a Dublino il 1° aprile 1742.
Si ama raccontare che in un torrido pomeriggio di agosto, esattamente il 21, rincasando dopo una lunga passeggiata in Green Park abbia trovato sulla sua scrivania una lunga lettera di Charles Jennens con il testo per un nuovo oratorio.
"Egli avvicinò il lume allo scritto e lesse Messiah."
"Leggendo le prime parole egli fu scosso da un tremito: - Confort ye -.
Forse era un messaggio che gli inviava Dio. Ogni parola che leggeva le sue mani tremavano sempre più, ed egli lentamente sentiva già la musica dentro di sè.
Alla fine chinò il capo sui fogli e pianse.
"Ogni stanchezza era scomparsa. E mai come in quel momento s'era sentito invaso dal tripudio della creazione. Le parole continuavano a rovesciarsi su di lui come getti di calda luce redentrice, e ciascuna coglieva la mira nel suo cuore liberandolo, colmandolo di pura gioia.
"Non terminò il testo ma si fermò dopo Hallelujah.
Qui afferrò la penna, segno delle note e con magica rapidità lavorò giorno e notte.
"Nessuno per giorni e giorni osò più avvicinarlo e per tre settimane non lasciò più il suo studio: per non perdere tempo quando gli portavano da mangiare, sminuzzava il pane con la sinistra e contemporaneamente continuava a scivere con la destra".
Quando il 14 settembre l'opera fu completata, egli tornò finalmente alla vita, e dopo aver dormito ininterrottamente per più di trenta ore, si buttò sul cibo mangiando voracemente.
"Ma voi, mister Handel, avete in corpo un demonio?" - gli chiese il dottore -
"Io credo piuttosto che mi abbia visitato Iddio" - rispose lui dottovoce -.
Handel decise di fare eseguire il Messiah a favore degli afflitti e dei bisognosi dichiarando: "Per quest'opera non voglio e non vorrò mai guadagnare neppure un soldo. Essa appartiene per sempre a i malati e ai carcerati. Anch'io ero un infermo e questo lavoro mi ha guarito; anch'io ero un prigioniero e questa pagina mi ha liberato".
Agli inizi del 1751 ebbe la consapevolezza che il suo fisico stava lentamente spegnendosi.
Due anni più tardi perse completamente la vista.
Il 7 aprile 1759 egli assistette all'ultima replica del Messiah.
"Era là, circondato da musicisti, nobili e amici fedeli: gli occhi spenti non potevano vedere ma nel momento in cui i suoni della sua musica si rovesciarono su di lui, lo stanco volto si schiarì ed egli stesso agitando le braccia si mise a cantare...o forse a pregare.
"Solo ad un certo momento, quando all'invocazione The trumpet shall sound, si diede fiato agli ottoni, egli sussultò e con i suoi occhi ormai spenti guardò verso l'alto. Sapeva di aver ben adempiuto alla sua opera e ora poteva presentarsi davanti a Dio."
Quella sera stessa si mise a letto e non si rialzò più.
Morì la mattina del Sabato Santo e venne sepolto con questo epitaffio:
Qui riposano le spoglie de G.F. Handel il più grande musicista che sia mai vissuto e che seppe superare qualsiasi altra forza al mondo nell'esprimere le diverse passioni del cuore umano.
Si ama raccontare che in un torrido pomeriggio di agosto, esattamente il 21, rincasando dopo una lunga passeggiata in Green Park abbia trovato sulla sua scrivania una lunga lettera di Charles Jennens con il testo per un nuovo oratorio.
"Egli avvicinò il lume allo scritto e lesse Messiah."
"Leggendo le prime parole egli fu scosso da un tremito: - Confort ye -.
Forse era un messaggio che gli inviava Dio. Ogni parola che leggeva le sue mani tremavano sempre più, ed egli lentamente sentiva già la musica dentro di sè.
Alla fine chinò il capo sui fogli e pianse.
"Ogni stanchezza era scomparsa. E mai come in quel momento s'era sentito invaso dal tripudio della creazione. Le parole continuavano a rovesciarsi su di lui come getti di calda luce redentrice, e ciascuna coglieva la mira nel suo cuore liberandolo, colmandolo di pura gioia.
"Non terminò il testo ma si fermò dopo Hallelujah.
Qui afferrò la penna, segno delle note e con magica rapidità lavorò giorno e notte.
"Nessuno per giorni e giorni osò più avvicinarlo e per tre settimane non lasciò più il suo studio: per non perdere tempo quando gli portavano da mangiare, sminuzzava il pane con la sinistra e contemporaneamente continuava a scivere con la destra".
Quando il 14 settembre l'opera fu completata, egli tornò finalmente alla vita, e dopo aver dormito ininterrottamente per più di trenta ore, si buttò sul cibo mangiando voracemente.
"Ma voi, mister Handel, avete in corpo un demonio?" - gli chiese il dottore -
"Io credo piuttosto che mi abbia visitato Iddio" - rispose lui dottovoce -.
Handel decise di fare eseguire il Messiah a favore degli afflitti e dei bisognosi dichiarando: "Per quest'opera non voglio e non vorrò mai guadagnare neppure un soldo. Essa appartiene per sempre a i malati e ai carcerati. Anch'io ero un infermo e questo lavoro mi ha guarito; anch'io ero un prigioniero e questa pagina mi ha liberato".
Agli inizi del 1751 ebbe la consapevolezza che il suo fisico stava lentamente spegnendosi.
Due anni più tardi perse completamente la vista.
Il 7 aprile 1759 egli assistette all'ultima replica del Messiah.
"Era là, circondato da musicisti, nobili e amici fedeli: gli occhi spenti non potevano vedere ma nel momento in cui i suoni della sua musica si rovesciarono su di lui, lo stanco volto si schiarì ed egli stesso agitando le braccia si mise a cantare...o forse a pregare.
"Solo ad un certo momento, quando all'invocazione The trumpet shall sound, si diede fiato agli ottoni, egli sussultò e con i suoi occhi ormai spenti guardò verso l'alto. Sapeva di aver ben adempiuto alla sua opera e ora poteva presentarsi davanti a Dio."
Quella sera stessa si mise a letto e non si rialzò più.
Morì la mattina del Sabato Santo e venne sepolto con questo epitaffio:
Qui riposano le spoglie de G.F. Handel il più grande musicista che sia mai vissuto e che seppe superare qualsiasi altra forza al mondo nell'esprimere le diverse passioni del cuore umano.
Wednesday, April 23, 2008
Convalescenza
Al caro amico e decano del collegio cialtronalizio Sua Eminenza Onorevolissima e Pregevolissima Rispettabilissima Mario Casati conte di Cavour, la redazione dei Cialtroni augura una pronta guarigione ed una rapida convalescenza. Le migliori trattorie del Nord Italia lo attendono a braccia aperte. Nel frattempo visto che gli è stato consigliato di mangiare in bianco, lui ha preso tutto alla lettera e ha deciso anche di bere in bianco come si può notare dall'allegato.
Terra Santa
A tutti i partecipanti al pellegrinaggio in Terra Santa, in particolare ai giovani che hanno colto questa opportunità e ai nostri cari amici Watson, Carlo, Salvo, Andrea & Co. i cialtroni augurano di vivere tutta la profondità spirituale e culturale di questa esperienza.
Attendiamo foto e relazioni.
Attendiamo foto e relazioni.
P.S. Mi raccomando state dietro a Salvo.
Trattoria "da Marisa"
Facile da trovare, posizione ottima, bella vista panoramica e ampio parcheggio, la trattoria da Marisa propone cucina casalinga con piatti genuini e succulenti ad un prezzo irrisorio.
Potrete degustare anche degli ottimi vini e distillati. Prenotare prima.
In alto a destra nella foto: Marisa accoglie alcuni amici alla trattoria.
Si riconoscono nella foto anche Gaviraghi Paolo e Casati Mario
Monday, April 21, 2008
from Geremia 46
Preparate scudo grande e piccolo e avanzate per la battaglia.
Attaccate i cavalli, montate, o cavalieri.
Schieratevi con gli almi, lucidate le lance, indossate le corazze!
Caricate, cavalli, avanzate, carri!
Avanti o prodi!
Una gran folla vacilla e stramazza, ognuno dice:
"Su, torniamo al nostro popolo, al paese dove siamo nati,
lontano dalla spada micidiale!"
"Ma tu non temere mio servo, non abbatterti, poiché ecco io ti libererò".
Attaccate i cavalli, montate, o cavalieri.
Schieratevi con gli almi, lucidate le lance, indossate le corazze!
Caricate, cavalli, avanzate, carri!
Avanti o prodi!
Una gran folla vacilla e stramazza, ognuno dice:
"Su, torniamo al nostro popolo, al paese dove siamo nati,
lontano dalla spada micidiale!"
"Ma tu non temere mio servo, non abbatterti, poiché ecco io ti libererò".
100 anni di oratorio - Educare oggi è un'urgenza
In uno scenario cupo in cui il crollo dei valori (famiglia, vita, relativismo etico…) la fa da padrone, il messaggio di speranza e certezza col quale usciamo dal bellissimo incontro di mercoledì scorso è: educare è possibile, educare si può! Schematicamente riportiamo i punti salienti della lezione del dott.Anzani:
- L’educazione è educazione alla VERITA’, al Senso Ultimo della vita, come lo definiva il relatore. “L’uomo è un mendicante di verità, di bene e quindi di senso”(Card Cafarra)
- Educare significa entrare in rapporto con la LIBERTA’ dell’altro. Chiarificatore l’esempio che faceva il relatore a proposito del tema della libertà: la libertà non è libero arbitro, ma sequela. Se io sono libero di andare dove voglio nel deserto, mi perdo e non raggiungo l’oasi; accade il contrario se c’è una strada. La nostra libertà chiede delle regole e queste regole sono il topos per una pienezza maggiore. Anche a questo proposito un esempio: perché il cielo stellato ci stupisce così tanto? Perché c’è un Ordine che lo regola! Perché la cappella Sistina è tanto più bella di una serie di secchiate di colore gettate a casaccio sul muro? Per la regolarità e l’armonia delle forme!
- Educare è questione di FIDUCIA e RESPONSABILITA’ (respondeo: rispondere)
- La FAMIGLIA è il nucleo primario dell’educazione. La vocazione al matrimonio è vocazione alla santità. Nell’ambito familiare, la madre è colei che indica la strada verso il senso ultimo della vita; il padre pone i confini di questa strada.
- L’educazione è educazione alla VERITA’, al Senso Ultimo della vita, come lo definiva il relatore. “L’uomo è un mendicante di verità, di bene e quindi di senso”(Card Cafarra)
- Educare significa entrare in rapporto con la LIBERTA’ dell’altro. Chiarificatore l’esempio che faceva il relatore a proposito del tema della libertà: la libertà non è libero arbitro, ma sequela. Se io sono libero di andare dove voglio nel deserto, mi perdo e non raggiungo l’oasi; accade il contrario se c’è una strada. La nostra libertà chiede delle regole e queste regole sono il topos per una pienezza maggiore. Anche a questo proposito un esempio: perché il cielo stellato ci stupisce così tanto? Perché c’è un Ordine che lo regola! Perché la cappella Sistina è tanto più bella di una serie di secchiate di colore gettate a casaccio sul muro? Per la regolarità e l’armonia delle forme!
- Educare è questione di FIDUCIA e RESPONSABILITA’ (respondeo: rispondere)
- La FAMIGLIA è il nucleo primario dell’educazione. La vocazione al matrimonio è vocazione alla santità. Nell’ambito familiare, la madre è colei che indica la strada verso il senso ultimo della vita; il padre pone i confini di questa strada.
Friday, April 18, 2008
I have not betrayed (2)
Wednesday, April 16, 2008
Richiesta cittadinanza Padana
Uffisi immigrasiun
Piasa dal Domm 50
20100 MILAN (Padania)
Piasa dal Domm 50
20100 MILAN (Padania)
UL SUTUSCRITT.....................
NASU' A.........................(TERONIA)
EL DI' DE......................
FORTUNATAMENT DUMICILIA'........
Vist i risultà de le ultime elesiun , voeri dumandà se fus pusibil avegh la
CITADINANSA MILANES
Se dichiara:
- De vess pentii de vess un TERUN
- De rinnegaà tucc i sò urigin meridiunal
- De mangià almen du volt al dì la cassoela e la cutuleta alla milanesa
Dumandi de pudeè frequentà el curs de lingua e cumpurtament Lumbard
Prumeti de ves pù racumandaà, de lavuraà com un asin, pagaà i tass
Ciamà men tucc i malnat balabiott e ciaparatt dei me parent in teronia
De fà men rebelot la nott e de tifaà Milan, per l'Inter o la squdra de Bergum!!
De dir pù la parola" minchia" ma quand me fan giraà i ball disarò "VA DA VIA I CIAP"
Ve garantisi che prima de andàà in lett dumandaro perdon a sua santità Bossi Umberto e de vutaà x la Lega per i prosim cinc ann.
Prumeti de ves pù racumandaà, de lavuraà com un asin, pagaà i tass
Ciamà men tucc i malnat balabiott e ciaparatt dei me parent in teronia
De fà men rebelot la nott e de tifaà Milan, per l'Inter o la squdra de Bergum!!
De dir pù la parola" minchia" ma quand me fan giraà i ball disarò "VA DA VIA I CIAP"
Ve garantisi che prima de andàà in lett dumandaro perdon a sua santità Bossi Umberto e de vutaà x la Lega per i prosim cinc ann.
Cun la speransa che la dumanda la vegna acetada curdialment ve ringrasi.
IN FEDE ......
IN FEDE ......
Monday, April 14, 2008
Attesa risultato elezioni 2008
Tanto la pioggia continuerà a cadere sui nostri tetti.
L'italia vorrà cambiare? Mah...
L'italia vorrà cambiare? Mah...
Wednesday, April 09, 2008
HABEMUS DOMUS: Via E.Toti
Enrico Toti un uomo che si è battuto per la patria e i suoi valori e per quello in cui credeva fino all'ultimo istante della sua vita.
Ha combattuto con tutte le sue forze nonostante l'infermità che lo affliggeva.
Ed è proprio lì, nella via cittadina che ricorda questo eroe E. Toti, che Oggi per un nostro grande amico e compagno di viaggio, l'on. Paolo, finalmente i contorni della sua vita futura cominciano a delinearsi e trovare una collocazione ben precisa.
Il suo futuro lo stà aspettando a braccia aperte.
Tutti noi gli auguriamo tanta felicità e pace.
P.S. In allegato la posa dell prima pietra
Nun moro io
Enrico Toti (Roma, 20 agosto 1882 - Monfalcone, 6 agosto 1916) è stato un eroe italiano della prima guerra mondiale.
Mutilato alla gamba sinistra e costretto a camminare con una stampella in seguito ad infortunio sul lavoro (era stato assunto nelle FS come "fuochista" nel 1907), allo scoppio della prima guerra mondiale riesce a prendervi parte fra i bersaglieri ciclisti, ed è inviato sul fronte del Carso. Il 6 agosto 1916, durante la sesta battaglia dell'Isonzo, lanciatosi con il suo reparto all' attacco della Quota 85 a est di Monfalcone, viene ferito più volte dai colpi avversari, e con un gesto eroico, scaglia la gruccia verso il nemico esclamando: "Nun moro io!" (io non muoio!), poco prima di essere colpito a morte e di baciare il piumetto dell'elmetto.
Decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria "motu proprio" dal Re in persona, dato che non era immatricolato come militare a causa della sua inabilità, "perché ne sia tramandato il ricordo glorioso ed eroico alle generazioni future."
Mutilato alla gamba sinistra e costretto a camminare con una stampella in seguito ad infortunio sul lavoro (era stato assunto nelle FS come "fuochista" nel 1907), allo scoppio della prima guerra mondiale riesce a prendervi parte fra i bersaglieri ciclisti, ed è inviato sul fronte del Carso. Il 6 agosto 1916, durante la sesta battaglia dell'Isonzo, lanciatosi con il suo reparto all' attacco della Quota 85 a est di Monfalcone, viene ferito più volte dai colpi avversari, e con un gesto eroico, scaglia la gruccia verso il nemico esclamando: "Nun moro io!" (io non muoio!), poco prima di essere colpito a morte e di baciare il piumetto dell'elmetto.
Decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria "motu proprio" dal Re in persona, dato che non era immatricolato come militare a causa della sua inabilità, "perché ne sia tramandato il ricordo glorioso ed eroico alle generazioni future."
Tuesday, April 08, 2008
Umanità
Penserò al paradiso
e a non dare il mio cuore al mondo.
Sia che vado sia che resto,
resta sempre questa domanda:
uomo, oh uomo, dove vai?
Sulla terra all'improvviso
tutto può cambiare,
prima di sera avviene
ciò che al mattino non era previsto.
e a non dare il mio cuore al mondo.
Sia che vado sia che resto,
resta sempre questa domanda:
uomo, oh uomo, dove vai?
Sulla terra all'improvviso
tutto può cambiare,
prima di sera avviene
ciò che al mattino non era previsto.
Saturday, April 05, 2008
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