Friday, December 21, 2007

Non mi rimane che tacere

Tra poco mi ricongiungerò con il mio principio.
Mi inoltrerò presto in questo deserto amplissimo, perfettamente piano e incommensurabile, in cui il cuore veramente pio soccombe beato.
Sprofonderò nella tenebra divina, in un silenzio muto e in una unione ineffabile, e in questo sprofondarsi andrà perduta ogni eguaglianza e ogni diseguaglianza, e in quell'abisso il mio spirito perderà se stesso, e non conoscerà nè l'uguale nè il disuguale, nè altro: e saranno dimenticate tutte le differenze, sarò nel fondamento semplice, nel dederto silenzioso dove mai si vide diversità, nell'intimo dove nessuno si trova nel proprio luogo.
Cadrò nella divinità silenziosa e disabitata dove non c'è opera nè immagine.

Saturday, November 24, 2007

sotto la cenere

Provo una interiore esultanza, che non è pace, ma come l'ultimo ardere sommesso di un fuoco che tardasse a estinguersi sotto la cenere quando ormai la fiamma è morta

quando una parte desidera, l'altra vuole

Perchè anche l'amore sentito dall'anima, se non è armato ma viene preso con calore, viene poi a cadere, oppure opera disordinatamente.
Oh, l'amore ha diverse proprietà, dapprima l'anima per lui si intenerisce, poi cade inferma...
Ma poi avverte il calore vero dell'amore divino e grida, e si lamenta, si fa pietra messa nella fornace per disfarsi in calce, e crepita lambita dalla fiamma.

Sunday, November 04, 2007

That was the risult


"La tua bellezza mi ha portato alla rovina,
i miei sensi furono fuorviati;
la mia forza asservita:
come io amai, tu tradisti.
Quanto grande la maledizione!
Quanto duro il destino
che ha voluto che io trascorressi la vita con una tale compagna!"

Saturday, November 03, 2007

Accipite et bibite


Beviamo alla fonte della gioia fratelli! Perchè non ci sarà più lutto, nè lamento, nè pianto, nè affanno. Saliamo tutti sulla barca del'amicizia che solca senza paura i mari più perigliosi e attracca lì dove nessun altro può arrivare.
C'è una strana forza che lega gli amici che si vogliono bene ed è difficile darle un nome.
Ma su questa forza cerchiamo di costruire la nostra vita più intima e profonda.
Non scoraggiamoci nei momenti di difficoltà, non saremo mai soli perchè nel nostro cuore c'è qulcosa di più prezioso dell'argento, di più splendente dell'oro. Quell'eterno affidarsi al pensiero di chi è veramente mio amico.
Non saprò mai se gli altri mi amano. So però con certezza quando io amo.
Che ogni nostra parola sia una ricchezza per gli altri.
Con stima profonda

Sunday, October 21, 2007

Thy right hand, oh Lord, hath dashed in pieces the enemies!

dove sta la forza?

Penso che i più grandi desideri dell'uomo siano due:
il primo è il desiderio di essere "forte" in un'esclusività della vita
e il secondo è quello di non sentire più la paura.
Ah scusa dimenticavo, poi c'è anche il terzo: il vino!

un eroe

E' l'ora della battaglia, che è già adesso.
Già egli sente il profumo della vittoria e la luce del sole nel giorno di festa gli illumina la fronte.
I suoi occhi mettono a fuoco l'obiettivo. Ogni membra del suo corpo è pronta alla battaglia, controlla la paura che cerca di fargli tremare le gambe.
Lo sguardo è fiero e sicuro, il suo corpo è pronto a muoversi come in una danza.
E poi la potenza del suo braccio e la persistenza dei colpi che infligge!
Egli è solo con la sua forza ma soltanto in quella fortezza che si è costruito in mente.
Non deve assolutamente immaginare che essa possa crollare da un momento all'altro.
La neve non è fredda, il ghiaccio non taglia e il fuoco non brucia.
Pregusta l'inno della vittoria dell'ultimo giorno.
E' però delicato come un velluto ma forte come un leone, sensibile come un bambino ma determinato come un'aquila. Combatte per la causa dell'orfano e della vedova.
Per i deboli vive. Convive con la paura come se fosse una sorella ed ha la stanchezza come compagna di viaggio, immagina che può fare il massimo, di più di quel che ha fatto nella battaglia precedente.
Che profumo intenso che ha la vita!

Questo è l'eroe che c'è dentro di me.

Saturday, October 20, 2007

Libera da cosa?

Come sarebbe bello se il nostro arco potesse scoccare la freccia talmente forte da bucare il cielo e farla sparire dalla nostra vista.
Ho sempre apprezzato i geni.
La loro mente scocca così forte.
Il mio arco è durissimo da tendere per esempio, una fatica bestiale. E quando per l'esasperazione lascio partire la freccia, questa cade miseramente a terra ad un passo dai miei piedi.
Rimane comunque la questione di che tipo di arco usi un genio. Per me è lo stesso che uso io.
Che invidia poi quella naturalezza, quella famigliarità.
Penso che la mente di un genio sia libera da qualche cosa.

"But for now let me say I love you, nothing more seems important. And tomorrow can wait..."

Friday, October 19, 2007

Impariamo dai nostri avi


Impariamo da questi uomini sereni e liberi che aprono il loro cuore alla gioia.
Non c'è mica scritto che ci sarà una grande mensa senza lutto né pianto?
Ringrazio voi tutti per i momenti di convivialità che puntualmente viviamo.

"Propter quod exaltavit illum..."

Thursday, October 18, 2007

dedicato a tutti quelli che...

"Osserva l'oggi perchè l'ieri non è che un sogno e il domani solo una visione,
ma l'oggi, se ben vissuto, fa di ogni ieri un sogno di felicità e di ogni domani una visione di speranza" (unknown)

Saturday, October 06, 2007

Rebus

(2x) (5,1,6)
all' (9,5,4,5,3)

- ne (6,7)

Friday, October 05, 2007

elevati in alto

Un omaggio a tutti quegli uomini che hanno fatto lievitare dentro di loro un granello di eternità e l'hanno trasformata in arte per cullare l'animo dei più lontani da questo mistero.

Ma perchè non aspettare ancora un po'?

"Sai è stupendo da credere. L'idea che nella vita ogni singolo evento faccia parte di un superiore disegno per unirci all'anima gemella... ma se fosse vero, che cosa servirebbe vivere? O prendere decisioni? Perchè dovremmo alzarci dal letto al mattino?"

"Per poter sbagliare! Per fare errori!
E se sei intelligente impari dai tuoi stessi errori, e fissi le idee e chiarisci e realizzi che la vita non è un copione teatrale con le indicazioni per gli attori, la vita è un massacro, è causa allo stato puro..."

Tuesday, May 15, 2007

Sulla sofferenza

Nulla sa più del fiele del soffrire.
Nulla sa più del miele dell'aver sofferto.
Nulla di fronte agli uomini sfigura il corpo più del soffrire,
nulla di fronte a Dio abbellisce più dell'aver sofferto.
(Meister Eckhart)

Friday, March 23, 2007

Il gesto e la scelta

Insomma, si possono individuare 4 fasi.
La prima fase è preliminare, di durata variabile in cui l'attenzione è sull'oggetto.
Lo studio, lo immagino da qualsiasi angolazione, ne percepisco la forza e l'importanza, la sua presenza è indispensabile, immagino di poterlo governare e di vincerne la resistenza, tutto me stesso è disposto in funzione dell'oggetto.
In questa fase non devo pensare alla paura.
L'oggetto piò ingannare infatti, dopo aver preso coscienza della forma devo concentrarmi sul fine.
Ed è molto difficile.

La seconda fase è la fase del contatto, dell'incontro. Tanto più la fase preliminare è avvenuta in modo accurato, quanto più il contatto è veritiero, leale. E' una fase spesso molto breve che viene trascurata se il contatto è automatico e abituale. L'idea che avevo nella testa dell'oggetto può o meno corrispondere alla realtà. In questo caso l'occhio opera più dell'immaginazione, i sensi prevalgono sull'idea.

E poi c'è la terza fase chiamata dell'abbandono perchè la mente non percepisce bene quello che succede. E' quella specie di fiducia di chi chiude gli occhi e si tuffa nell'acqua.
La scianza che regola le forze è difficile da penetrare, fino alla fine rimarrà un mistero.
Però qui entra in gioco anche un tentativo di autoconvincimento che tutto è stato fatto perfettamente: l'idea, il contatto, la scelta.
Sembra la fase dello sfogo, della libertà. Poi si attiva l'udito e si sentono rumori o silenzio.

L'ultima fase è quella dello stupore per essere stato ad un passo dal capire il mistero delle forze ed essere stato più grande e migliore di come eri all'inizio, il tutto prima di incappare in un altro, ennesimo oggetto.

Sunday, January 07, 2007

Il Cammino

Tesi la mano per prendere la mia nuova spada, un’arma di acciaio che non si distrugge e di legno che la terra non può consumare, con l’impugnatura nera e rossa, e il fodero nero. Ma nel momento in cui le mie mani toccarono il fodero e io mi accingevo ad avvicinarla a me, il Maestro fece un passo avanti e, con violenza, mi batté le dita: gridai di dolore e abbandonai la spada.
Lo guardai senza capire. La strana luce era svanita, e il volto del Maestro aveva adesso un aspetto fantasmagorico, disegnato dalle fiamme del fuoco.
Mi guardò freddamente, chiamò mia moglie e le consegnò la nuova spada. Poi si volse verso di me e disse solennemente: “Allontana la mano che ti illude! Perché il cammino della Tradizione non è il cammino di pochi eletti, ma di tutti gli uomini! E il potere che tu pensi di avere non vale niente, perché non è un potere da dividere con gli altri esseri umani! Avresti dovuto rifiutare la spada. Se lo avessi fatto, ti sarebbe stata consegnata, perché il tuo cuore era puro. Ma, come temevo, nel momento sublime sei scivolato, cadendo. A causa della tua avidità dovrai riprendere il cammino in cerca della spada. A causa della tua superbia, dovrai cercarla fra gli uomini semplici. E a causa della tua fascinazione verso i prodigi, dovrai lottare a lungo per ottenere quello che tanto generosamente stava per esserti consegnato.”