Friday, April 25, 2008

Dalla vita di Georg Friedrich Handel

[...] Probabilmente fu proprio in uno di questi momenti di disperazione e di sconforto (guarito da apoplessia e paresi, principio di cecità, debiti) che venne ideato il Messiah, eseguito per la prima volta a Dublino il 1° aprile 1742.
Si ama raccontare che in un torrido pomeriggio di agosto, esattamente il 21, rincasando dopo una lunga passeggiata in Green Park abbia trovato sulla sua scrivania una lunga lettera di Charles Jennens con il testo per un nuovo oratorio.
"Egli avvicinò il lume allo scritto e lesse Messiah."
"Leggendo le prime parole egli fu scosso da un tremito: - Confort ye -.
Forse era un messaggio che gli inviava Dio. Ogni parola che leggeva le sue mani tremavano sempre più, ed egli lentamente sentiva già la musica dentro di sè.
Alla fine chinò il capo sui fogli e pianse.
"Ogni stanchezza era scomparsa. E mai come in quel momento s'era sentito invaso dal tripudio della creazione. Le parole continuavano a rovesciarsi su di lui come getti di calda luce redentrice, e ciascuna coglieva la mira nel suo cuore liberandolo, colmandolo di pura gioia.
"Non terminò il testo ma si fermò dopo Hallelujah.
Qui afferrò la penna, segno delle note e con magica rapidità lavorò giorno e notte.
"Nessuno per giorni e giorni osò più avvicinarlo e per tre settimane non lasciò più il suo studio: per non perdere tempo quando gli portavano da mangiare, sminuzzava il pane con la sinistra e contemporaneamente continuava a scivere con la destra".
Quando il 14 settembre l'opera fu completata, egli tornò finalmente alla vita, e dopo aver dormito ininterrottamente per più di trenta ore, si buttò sul cibo mangiando voracemente.
"Ma voi, mister Handel, avete in corpo un demonio?" - gli chiese il dottore -
"Io credo piuttosto che mi abbia visitato Iddio" - rispose lui dottovoce -.

Handel decise di fare eseguire il Messiah a favore degli afflitti e dei bisognosi dichiarando: "Per quest'opera non voglio e non vorrò mai guadagnare neppure un soldo. Essa appartiene per sempre a i malati e ai carcerati. Anch'io ero un infermo e questo lavoro mi ha guarito; anch'io ero un prigioniero e questa pagina mi ha liberato".

Agli inizi del 1751 ebbe la consapevolezza che il suo fisico stava lentamente spegnendosi.
Due anni più tardi perse completamente la vista.
Il 7 aprile 1759 egli assistette all'ultima replica del Messiah.
"Era là, circondato da musicisti, nobili e amici fedeli: gli occhi spenti non potevano vedere ma nel momento in cui i suoni della sua musica si rovesciarono su di lui, lo stanco volto si schiarì ed egli stesso agitando le braccia si mise a cantare...o forse a pregare.
"Solo ad un certo momento, quando all'invocazione The trumpet shall sound, si diede fiato agli ottoni, egli sussultò e con i suoi occhi ormai spenti guardò verso l'alto. Sapeva di aver ben adempiuto alla sua opera e ora poteva presentarsi davanti a Dio."
Quella sera stessa si mise a letto e non si rialzò più.
Morì la mattina del Sabato Santo e venne sepolto con questo epitaffio:
Qui riposano le spoglie de G.F. Handel il più grande musicista che sia mai vissuto e che seppe superare qualsiasi altra forza al mondo nell'esprimere le diverse passioni del cuore umano.

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